Gagli, due settimane da top player. “Ma ora stiamo tutti a casa”

Decimo posto in Oman e dodicesimo in Qatar. Lorenzo Gagli è stato fra i protagonisti degli ultimi due tornei dell’European Tour ed è tornato a casa, all’Impruneta, poco distante dall’Ugolino, il campo dove è cresciuto. Potrebbe andare ad allenarsi, perché il campo è aperto ai professionisti e ai giocatori di interesse nazionale, ma anche da lui arriva l’appello a stare a casa per evitare la diffusione del contagio da coronavirus. “Dobbiamo stare chiusi tutti per un mese. Bisogna stare attenti e rispettare quello che ci è stato detto di fare. Se si rispettano le regole di comportamento potremo uscire da questa situazione e torneremo presto a giocare a golf”.
Lorenzo Gagli ha vissuto da lontano l’escalation dei contagi da coronavirus in Italia. “La gravità della situazione l’ho capita solo lo scorso fine settimana in Qatar. Purtroppo il numero dei contagiati è superiore, in proporzione, a quello della Cina”.
Come sono visti gli italiani all’estero?
“In India prima hanno rifiutato il visto a cinesi, italiani e sudcoreani. Poi l’hanno rifiutato anche a spagnoli, francesi e tedeschi e alla fine hanno annullato il torneo. Tutto il mondo si è accorto del problema perché il contagio si è esteso ovunque, gli italiani non sono più gli appestatori”.
Quale sarà il tuo prossimo torneo?
“Dovrei giocare in Spagna a fine aprile, ma la situazione è critica. Temo che annulleranno anche il torneo in Spagna”.
In Oman hai rischiato di non giocare perché c’era il sospetto che tu fossi positivo al coronavirus.
“E’ stata una situazione molto particolare, dovevo fare il vaccino contro la febbre gialla per giocare in Kenya e India e alla dottoressa ho detto che avevo avuto la febbre la settimana prima. Hanno avuto paura che potessi aver contratto il coronavirus e alla luce di quello che sta accadendo gli scrupoli dell’European Tour erano legittimi. Se fossi stato positivo avrei fatto un danno a tutti i miei colleghi”.
E invece sei risultato negativo al tampone e hai potuto partecipare al torneo, insieme a Edoardo Molinari che era stato escluso come te.
“L’organizzazione dell’European Tour, con in testa il Ceo Keith Pelley, è stata davvero molto efficiente insieme al ministero della Salute dell’Oman. Erano stati fatti 200 test e hanno dato la precedenza al mio”.
Quando hai saputo che avresti giocato?
“Alle 12,45 di giovedì, primo giorno di gara, ho avuto la comunicazione che l’esito del tampone era stato negativo e quindi non avrei dovuto stare una settimana in quarantena. Mi hanno detto che mi avrebbero fatto partitre per ultimo, alle 13,30, ho fatto una doccia veloce e mi hanno portato al circolo”.
Hai iniziato la gara senza neanche fare riscaldamento.
“Ho fatto appena un quarto d’ora di pratica, ma sono entrato in campo tranquillo e sereno insieme al mio amico Dodo Molinari. Dopo un giorno e una notte da incubo, essere in campo mi ha fatto sentire come se avessi vinto il British Open”.
Degli 8 giri , fra Oman e Qatar, 7 li hai conclusi sotto al par del campo. Sei soddisfatto del tuo gioco?
“Ho giocato molto bene in entrambi i tornei e anche l’atteggiamento in campo e la strategia sono stati molto positivi. Ho puttato bene, l’unico giorno che ho puttato peggio ho fatto +1 nel terzo giro in Oman. Peccato per questo stop, non ci voleva perché avevo raggiunto un ottimo livello. Starò in casa con mia moglie e mia figlia e farò un po’ di allenamento fisico, ma ripeto: cerchiamo tutti di rispettare le regole per uscire da questa emergenza”.

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