“Allenare la mente per giocare al meglio”. Parola del mental coach Lapo Baglini

“In una gara di 5 ore il gioco effettivo di un golfista è di 5 minuti, il resto del tempo l’atleta parla con se stesso. E deve allenarsi a sostenere il peso di questo confronto”. Lapo Baglini (nella foto) è il mental coach che lavorerà con i migliori giovani dell’Ugolino per aiutarli a gestire, e se possibile eliminare, tutte le interferenze che incidono negativamente sul loro rendimento. “Il potenziale meno le interferenze dà come risultato la performance. Gli aspetti tecnici e atletici sono fondamentali, ma per sfruttare al meglio i propri colpi e le proprie capacità l’atleta deve allenarsi a fare le cose mentalmente per rifarle quando è in situazione di stress”. La routine, ossia la ripetizione dei gesti alla stessa velocità – senza affrettarla né rallentarla – è fondamentale. “Avete presente la preparazione del servizio di Nadal nel tennis? La fascetta aggiustata, i polsini che asciugano la fronte, i pantaloncini risistemati nella parte posteriore: sempre la solita, maniacale sequenza di gesti. Sembrano tic e invece fanno parte di una routine che serve ad allontanare e scaricare l’ansia del punto da giocare. Anche nel golf la routine prima di un colpo ha un ruolo fondamentale ed è su questo aspetto che ogni golfista deve imparare ad allenarsi”.

Baglini individua due fasi essenziali nell’evento agonistico: il dialogo interno e la gestione delle emozioni. “Nel dialogo interno un golfista deve evitare la parola non. Mai pensare non devo andare in acqua, non devo finire in bunker perché si ottiene l’effetto opposto. Io non entro nella tecnica, ma bisogna imparare a visualizzare il colpo che si vuole fare e anche a immedesimarsi in un giocatore diverso da se stessi. L’ansia, la paura del giudizio altrui e la paura di vincere sono tutte emozioni che vanno sapute gestire. Si può spegnere il dialogo interno con la musica o con i numeri, ognuno può trovare la sua strada, ma l’importante è non giudicarsi in gara. La quasi assoluta assenza di dialogo interno negativo porta l’atleta al flow state, lo stato di flusso: è una specie di stato di grazia, che consente di giocare al meglio delle proprie possibilità”.

Affidarsi a un mental coach non è un segno di debolezza né un’ammissione di difficoltà a livello psicologico. E’ solo la presa di coscienza che corpo e mente non possono essere separati e che imparare a usare bene entrambi può diventare un grande vantaggio. Anche un grande calciatore come Leonardo Bonucci ha riconosciuto di recente che se non avesse incontrato il suo mental coach non sarebbe mai arrivato a essere una colonna della Juventus e della Nazionale. “L’ansia prima di una gara è normale – spiega Baglini -. E’ un fenomeno di attivazione e all’inizio è uno stress positivo. Per questo a un atleta dico sempre: usa tutto quello che ti succede a tuo vantaggio, non ti preoccupare delle tue emozioni”.

Lapo Baglini, 57 anni, una laurea in Giurisprudenza e un cognome che tradotto in Fiorentinese significa scudetto (“Mio nonno Ranieri era fratello di Nello, il presidente della Viola vincitrice del campionato 1968-69”), ha fatto per molti anni il giornalista specializzato in reportage turistici e dopo un progetto di marketing turistico si è dedicato all’insegnamento al Polimoda e a Scuola di scienze aziendali con numerose esperienze di studio negli Usa e a Londra. Ha scritto il libro Marketing Coaching con Stefania Ciani e insieme hanno fondato la società PLS Coaching rivolta ad aziende e sportivi. Ha portato la sua esperienza e la sua capacità di mental training prima negli sport di contatto avendo praticato il rugby per 30 anni e ha seguito Gloria Peritore, campionessa mondiale di kickboxing, giocatori di pallanuoto e pugili.

“Al golf ci sono arrivato per caso, perché conoscevo il figlio di un mio cliente che giocava a Tirrenia. Poi ho incontrato Massimiliano Secci, il responsabile del Club dei giovani dell’Ugolino che ha partecipato ad alcuni miei corsi. Mi dice sempre: se ti avessi conosciuto venti anni fa sarei diventato un campione…Nel 2020 ho lavorato con Neri Checcucci, uno dei giovani più promettenti dell’Ugolino e di tutta Italia che ha ottenuto ottimi risultati. Massimiliano ha voluto integrare i corsi tecnici con un ciclo di incontri fra me e i ragazzi del gruppo Top. Mi ha spiegato che ad agosto, proprio all’Ugolino, ci sarà il massimo campionato italiano giovanile a squadre e che la pressione sarà tanta…”.

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